martedì 28 febbraio 2023

L'inganno dell'interesse nazionale

100% ITALIANI?

La camgna mediatica contro l'ok all'utilizzo delle farine estratte dagli insetti ha ridato fiato al sovranismo alimentare anche per camuffare l'accettazione di fatto dei vincoli UE, dopo anni di propaganda a difesa delle ingerenze comunitarie nella sovranità nazionale e della denuncia di una minacciosa globalizzazione sostitutiva della cultura nostrana. Allude anche alla volontà di preservare la specificità della tradizione alimentare italica dalle contaminazioni da parte di influenze estranee, come occasione simbolica di una tutela culturale più ampia. Che dire di formaggi nostrani coi vermi, con muffe o addirittura con larve di mosche oppure di cibi con le interiora di ovini o testicoli di toro? Ma poi siamo così sicuri che la nostra cultura sia tutta farina del nostro sacco e le nostre radici siano così saldamente autentiche e incontaminate da impurità estranee alla nostra tradizione? 

L'INGANNO DELL'INTERESSE NAZIONALE 

Fare appello agli interessi nazionali, quando ci si riferisce alla gestione della politica comunitaria, implica che vi sia chi in quel contesto vuole far prevalere altri interessi a scapito di quello nazionale, in un classico gioco a somma zero che è la costante del nazionalismo che ha alimentato i conflitti tra nazioni scatenando nel secolo scorso 2 guerre mondiali in Europa. 

Tzvetan Todorov nel libro "I nemici della democrazia" del 2012 ha sostenuto che: «Oggi le minacce incombentí sulla democrazia provengono non dall'esterno, da parte di coloro che si dichiarano suoi nemici, ma dall'interno, da ideologie, movimenti o macchinazioni che affermano di difendernei valori».

Mettete al posto della democrazia l'interesse nazionale e tutto diventa evidente. Non è difficile individuare chi dall'interno ostacola gli interessi nazionali, o meglio quelli generali mettendo in crisi i beni comuni, lo stato sociale, i servizi pubblici. Sono gli evasori totali, come la coppia di bravi imprenditori bresciani che avevano seppellito in giardino 15 milioni di Euri, le aziende italiane private e pubbliche, come Eni ed Enel, che spostano la loro sede nei paradisi fiscali comunitari, i big del web che guadagnano in Italia e pagano tasse ridicole negli stessi paesi, chi sfrutta e depreda i beni pubblici e naturalmente tutte le mafie, le organizzazioni criminali, l'illegalità diffusa delle truffe, dei falsi, della corruzione, dello sfruttamento del lavoro e chi più ne ha più ne metta.... 

Ecco chi rema contro gli interessi nazionali dall'interno e non dall'esterno, ma che non viene mai nominato ed additato alla riprovazione pubblica. In compenso sarebbe la UE a farlo dopo, che ci elargisce oltre 200 miliardi di Pnrr di cui una parte a fondo perduto. 

Ecco L'INGANNO dell'interesse nazionale che richiama una forte identità culturale, una presunta essenza etnica incontaminata, messa magistralmente alla berlina dall'antropologo americano Ralph Linton. 

ECCO IL PROFILO DEGLI AMERICANI AL 100%

Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria dell’India; o di lino, pianta originaria del vicino Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente addomesticato nel vicino Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. 

Si infila i mocassini inventati dagli indiani delle contrade boscose dell’Est, e va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee e americane, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani. 

Tornato in camera da letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato elaborato nell’Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe dell’Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell’antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette intorno al collo una striscia dai colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli scialli che tenevano sulle spalle i croati del XVII secolo. 

Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono un’antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del Sud, la forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio è un derivato dell’originale romano. 

Prende il caffè, pianta abissina, con panna e zucchero. Sia l’idea di allevare mucche che quella di mungerle ha avuto origine nel vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta. Dopo la frutta e il caffè, mangerà le cialde, dolci fatti, secondo una tecnica scandinava, con il frumento, originario dell’Asia minore. 

Quando il nostro amico ha finito di mangiare, si appoggia alla spalliera delle sedie e fuma, secondo un’abitudine degli indiani d’America, consumando la pianta addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia o la sigaretta, derivata dal Messico. 

Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che si agitano all’estero, se è un buon cittadino conservatore, con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica di averlo fatto al cento per cento americano… Ralph, Linton, Lo studio dell'uomo

PUTIN UN ANNO DOPO: DALLA IDEAZIONE PARANOIDE AL DELIRIO DI PERSECUZIONE

Fin dai primi mesi della guerra numerosi osservatori hanno sottolineato il carattere paranoide delle idee espresse dallo Zar Putin a giustificazione della guerra. A me pare che con il progredire e l'aggravarsi del conflitto la personalità paranoide sia evoluta in una sorta di delirio di persecuzione, imputata ovviamente all'occidente e in particolar modo agli USA, ed apparentememte condiviso da tutto il popolo.

I quanto tale il delirio, come si sa, è impermeabile alle obiezioni logiche o alle contro argomentazioni razionali di chi in modo fattuale tenta di confutare o mettere in dubbio i suoi contenuti persecutori. Ad ogni buon conto che sia effettivamente delirante o che utilizzi in modo strumentale, per consolidare il consenso al regime, la minaccia dei nazisti di Kiev o delle armate americane pronte ad invadere la grande Russia sono idee contraddette da una serie di dati di fatto ed evidenze empiriche.

Chi in occidente continua a sostenere la narrazione della guerra degli ukraini contro la Russia su procura americana non fa altro che confermare la narrazione persecutoria putiniana Usa-contro-Russia, occultando tutte le prove contrarie rispetto al delirio nazionalista, cosi schematizzabili.

1-E' palese che, come ha ripetuto anche ieri Biden, nessuno in occidente e men che meno in UE si sogna di invadere e distruggere la russia, obiettivo assurdo costato caro a due sprovveduti megalomani delirati di nome Napoleone Buonaparte e Adolfo Hitler, che proprio alle campagne di Russia devono la loro rovina.

2- I 70 anni di pace in Europa sono stati possibili proprio per l'abbandono unanime della perversione nazionalista, che è costata due guerre mondiali, a favore della cooperazione, della convivenza pacifica e dell'unione degli ex stati Europei in guerra da secoli. Tant'è che è sparita la leva obbligatoria, nessuno si sogna lontanamente di usare il proprio esercito contro uno stato confinante e men che meno per invadere la Russia, ovviamente.

3- Non a caso Putin e i suoi luogotenenti hanno più volte dichiarato di voler destabilizzate se non disintegrare proprio l'Unione Europea considerata, per la sua solo esistenza, un pericolo per la Russia, e non certo in ragione della sua irrilevante potenza bellica convenzionale, ma se mai per il soft power degli ideali di democrazia, pluralismo, stato di diritto e libertà politiche, così minacciosi agli occhi dei gerarchi russi. In ballo non ci sono le mire imperialiste degli Usa ma la difesa delle democrazie liberali Europee e del progetto politico-economico UE.

Tra l'altro proprio alla pacifica politica di apertura e fiducia verso i paesi dell'EST si devono 30 anni di scambi commerciali e culturali con la Russia, in particolare da parte tedesca, culminati con l'ingenua dipendenza UE dal gas russo e nel tentativo fallito di pacificazione degli accordi di Minsk, portato avanti in prima persona da tedeschi e francesi, non a caso. Altro che volontà di distruggere la Russia!

Inoltre l'indebolimento della UE era l'obiettivo che accomunava Putin e Trump e se il secondo fosse stato ancora alla casa bianca un anno fa non avrebbe mosso un dito a difesa di Kiev, con grande soddisfazione dell'orso Wladimir. Invece con Biden si è rafforzata la coesione occidentale in difesa della UE e non certo per gli interessi americani.

4- Sono stati invece gli stati dell'ex patto di Varsavia, che hanno sperimentato le invasioni sovietiche normalizzatrici del dopo guerra, i primi ad invocare e perseguire il sostegno e la solidarietà della UE verso l'Ukraina, confidando nell'ombrello difensivo della Nato, che nulla ha a che fare con l'ipotesi delirante di un attacco per distruggere la Russia da parte degli Usa o della UE.

5-In questo anno le singole nazioni della Ue sono state le più riluttanti, rispetto al Regno Unito e agli Usa, a fornire armi e proprio materiale bellico, che Zelensky ha continuato a chiedere incessantemente e che a gran voce continua a invocare ogni giorno, a fronte di forniture con il contagocce rispetto alle sue esigenze. Se la fantomatica grande alleanza occidentale avesse davvero voluto invadere o annientare la Russia, e non aiutare l'aggredito, le avrebbe fornite in modo massiccio agli Ukraini fin dall'inizio per sbaragliare l'esercito invasore e colpire direttamente il territorio della federazione Russa. 

Invece hanno fornito fino ad ora missili a corto-medio raggio utilizzabili per respingere i tentativi di sfondamento del fronte nel Donbass e sono stati tutti restii a fornire carri armati ed ora gli aerei da combattimento richiesti insistentemente.

6- Quanto alla politica estera degli USA con la ritirata ignominiosa dall'Afghanistan Biden ha confermato in pieno e proseguito la strategia del disimpegno bellico inaugurata da Tramp, nel segno dell'isolazionismo, già evidente nella gestione del post guerra in Iraq, nel comportamento in Siria e nel disinteresse per la questione Libica. L'altra faccia dell'isolazionismo trumpiano in politica estera era il ritiro dall'Europa con l'obiettivo di indebolire la UE, orientamento strategico poi ribaltato da Biden, in perfetta sintonia con la strategia anti UE dell'autocrate moscovita.

L'invasione di un anno fa' dell'Ukraina si deve proprio all'indebolimento e al ritiro degli USA dagli impegni internazionali, dopo i disastrosi esiti del maldestro tentativo di esportare la democrazia a base di missili, bombardamenti e cannonate sulla popolazione civile, che hanno portato alla nascita dell'Isis e alla debacle politico-militare Afgana. Anche perchè gli USA sono molto più interessati al fronte politico orientale in funzione anti cinese.

7- Quanto alla UE è la più pacifica entità politica mai apparsa sulla scena occidentale, come dimostra la mancanza di un esercito comune mentre quelli delle singole nazioni sono i meno consistenti degli ultimi secoli, a parte Francia e Regno Unito e naturalmente la Nato, che ha però finalità prettamente di difesa solidaristica in caso di attacco ad un suo membro, linea costantemente mantenuta con grande prudenza in questo anno evitando di cadere nelle continue provocazioni e minacce propagandistiche russe.

8-Non è un caso che i pacifici cittadini europei siano stati più volte accusati dai russi di disfattismo, debolezza, decadenza individualistica, consumismo edonistico, brama di ricchezza e sostanzialmente derisi per la loro mollezza rispetto alla virile mascolinità slava. Ergo con divisioni di femminucce la UE avrebbe sbaragliato il coriaceo esercito della federazione russa? Qui la paranoia dello zio Wlady diventa esilarante e surreale. Ce li vedete gli eroi tatuati di San Remo arruolarsi volontari e scendere in trincea combattere in prima linea contro l'armata rossa?

In compenso il continuo rilancio delle minacce e l'evocazione propagandistica del possibile sbocco atomico sono la strategia perfetta per manipolare l'opinione pubblica occidentale e rilanciare i pacifisti nostrani amici di Zio Wlady, tipo Berlusconi, Feltri & Colleghi, secondo i quali il pazzo Zelensky doveva calare le braghe all'inizio di marzo del 2023 per non disturbare la tranquillità e i loro interessi. Le uscite di Silvio e di Feltri rientrano nella odiosa categoria della colpevolizzazione della vittima e nel classico giudizio andreottiano ""se l'e' proprio cercata"!

9-Non a caso con la guerra in Europa è ripartito alla grande il riarmo delle varie nazioni, l'industria bellica fa affari come non accedeva da decenni, si riparla di leva obbligatoria, le nazioni scandinave hanno aderito alla Nato e gli stanziamenti per la difesa si moltiplicano, specie nelle nazioni confinanti con l'Ukraina dove è più viva la memoria delle invasioni russe di Budapest, Praga e la quasi invasione di Varsavia.

Conclusione. Questi dati di fatto e queste argomentazioni razionali non scalfiranno di certo la granitica ideazione paranoide e persecutoria che alimenta questa folle e delirante guerra. Ma forse possono contribuire a smontare la falsa narrazione della guerra per procura degli Usa contro la Russia, che occulta e svilisce il ruolo della UE, una volta tanto compatta seppure a prezzo di estenuati trattative e lentissime mediazioni, a difesa dei suoi principi ispiratori e dei suoi ideali culturali e civili contro autoritarismo, nazionalismo, regimi illiberali, intolleranti e antidemocratici. Oltre tutto anche il ricatto energetico è stato rintuzzato e le conseguenze economiche delle sanzioni stanno via via rientrando assieme al rischio inflazione e recessione.

Putin aveva scommesso sulla debolezza della UE ma si è sbagliato di grosso e alla lunga l'Ukraina sarà la sua Stalingrado. Anche perché non di rado il delirio paranoico si converte in una profezia che si autoavvera, per cui i fantomatici persecutori alla fine si coalizzano per difendersi meglio dalle mire aggressive, dalla doppiezza, dalle minacce e dalla follia del delirante, come è puntual-mente successo nella UE.