giovedì 30 marzo 2023

Sanzioni, politiche energetiche UE e crisi economica stanno dando i frutti sperati. Ma a Conte non piaciono i sistemi antimissile che difendono le città Ukraine.

A quanto pare le sanzioni comiciano a mordere l'orso Wlady, che è ormai stretto nella morsa economica, per il progressivo venir meno delle espostazioni di gas e petrolio e per l'affrancamento dell'Europa dalla dipendenza energetica russa, con l'entrata a regime delle sanzioni e delle politiche energetiche della UE, che iniziano a dare frutti (come oggi ammette lo stesso zar).

https://www.corriere.it/esteri/23_marzo_30/sanzioni-economia-russa-bf67e24a-ce66-11ed-86b7-ece540d3f123.shtml

Ma c'è un'altra tenaglia che soffoca la russia:

1-i rendimenti progressivamente decrescenti della guerra, vale a dire sforzi via via sempre più importanti per avanzamenti proporzionalmente sempre meno significativi
2 -prodotti dal bias dell'escalation dell'impegno, in cui è caduto con l'illusione di conquistare Kiev in tre giorni, che porta a rilanciare di continuo l'impegno visto che si è già speso tanto ed impedisce di abbandonare iniziative ormai chiaramente perdenti e irrecuperabili (come conferma l'ulteriore arruolamento di 140mila giovani firmato oggi).

Un anno fa mentre i pacifisti assoluti consigliavano a Zelensky la resa preventiva all'invasore ero stato (facile) profeta ipotizzando che l'Ukraina si sarebbe rivelata la sua stalingrado e che le sanzioni, dagli stessi ritenute inutili e controproducenti, sul lungo periodo avrebbero dato buoni esiti.

Sembra proprio che la prospettiva si stia avverando e manca solo che si muova qualche cosa all'interno del potere per evitare il disastro completo. Ma quando il dittatore è accecato dall'ideologia, dalla megalomania del potere e da passioni distruttive non è facile, fino al crollo finale... 

In compeso la nostra economia si sta riprendendo dallo shock bellico e le previsioni sembrano rosee nonostante le previsioni nere sugli effetti controproducenti della sanzioni. In questo frangente, tutto sotto il segno positivo per la UE, continua la battaglia pacifista che per favorire la fine della guerra briga per bloccare le forniture belliche, in modo che gli aggrediti restino disarmati di fronte alle brutalità dell'esercito "amico e liberatore".

Nella campagna per il disarmo dei difensori sotto la pioggia di missili russi si distingue Giuseppe Conte in compagnia di Santoro. Dopo le reiterate insistenze di Kiev finalmente il governo si è deciso a fornire i sistemi di difesa anti missile che potrebbero consentire di intercettare alcuni dei razzi che da un anno tormentano il paese, per il sordo accanimento russo contro il  popolo ukraino, martoriato quotidianamente da decine di lanci contro installazioni e popolazione civile. 
 
I soldati ukraini sono quindi ospitati da noi per l'addestramento necessario all'uso di questi sistemi di "legittima difesa" antiaerea dal cieco furore bellico russo. Con cannoni e carri armati l'ambiguità tra armi di difesa od offensive ci poteva stare, ma cosa c'è di più difensivo dei sistemi anti missile?
 
Ebbene, invece secondo il capo politico M5S questa sarebbe la prova provata che anche noi stiamo entrando in guerra accodandoci supinamente al volere della perfida Nato: l'opinione del nostro è una via di mezzo tra il comico e l'irreale, con una generosa dose di illogicità. Ma tant'è: la logica è superflua per rintuzzare l'erosione di consensi pentastellati da parte del nuovo corso PD.

domenica 5 marzo 2023

DICO ANCH'IO LA MIA SUL VOTO....

Per cercare di interpretare l'esito elettorale utilizzerò il modello in negativo di matrice fallibilista, vale a dire cosa ci dicono le preferenze degli italiani che NON sono andate ad alcuni partiti, per via di atteggiamenti di rifiuto, disinteresse, scarso appeal o poca attrattività degli argomenti propagandistici utilizzati nella campagna elettorale dai "perdenti" (in termini "tecnici" si tratta di un tentativo di abduzione o retrodeduzione in negativo, perchè le preferenze in positivo andate ai vincenti sono meno deducibili dai dati e perché di perdenti c'è ne sono in entrambi gli schieramenti).

Ecco la hit parade dei temi meno gettonati dagli italiani che si possono dedurre dai voti non dati. 

1-in testa ai rifiuti c'è l'agenda Draghi, come già sottolineato da molti, e di riflesso l'argomento colpevolizzazzante verso chi ha fatto cadere il governo (nell'atteggiamento degli elettori che hanno punito la lega ha prevalso l'avversione al governo/agenda Draghi ovviamente) 

 2- idem per la campagna allarmistica sui rischi di nuovo fascismo per l'eventuale vittoria della destra, che non ha mobilitato gli astenuti di sinistra, come sperato dal fronte progressista, e lasciato indifferenti chi ha premiato FdI 

3-l'altro allarme snobbato, è quello ecologico per il risacaldamento globale, che nonostante l'enfasi giornalistica sulle manifestazioni del venerdì non ha portato un solo voto giovanile ai portabandiera della sinistra ecologista 

4-la rivendicazione dei diritti civili come lo jus soli, le scelte etiche correlate al fine vita, il riconocimentoe e la non discriminazione la varie minoranze, per non parlare dei migranti, non ha certo mobilitato le masse a favore di chi lo promuoveva e rivendicava come priorità. 

5- forte è stata anche l'allergia verso tre governi a composizione ambigua, artificiosa e pasticciata, non "designati" dagli elettori, in particolare per il carattere tecnico di quello Draghi, specie nell'area leghista (ne tratta oggi Serra nella sua amaca, giuro che non l'avevo ancora letta) 

6-infine correlato al punto precedente non ha fatto presa il biasimo, verso chi ha fatto cadere Draghi, per la mancata conclusione della legislatura, a fronte della richiesta di tornare ad ascoltare la "voce" degli elettori (argomento caro sia a FdI sia alla componente di centrodestra del governo e contraddetto dal suo sostegno a Draghi, per una dissonanza cognitiva che ha pagato solo la lega e non FI). 

 La questione ukraina ha avuto un impatto abbastanza "neutro", nel senso che non ha attirato voti verso il PD ne' verso l'opposizione salviniana alle sanzioni, ma in compenso ha favorito il travaso dei voti ex leghisti verso FdI, per le sue rassicurazioni atlantiche e filo ukraine. La doppia preferenza positiva/nagativa più evidente si è manifestata, da un lato, nell'avversione a modificare il reddito di cittadinanza che per la sua posizione ambigua ha penalizzato la sinistra mentre, dal lato positivo, la difesa a spada del RDC ha propiziato il "trionfo" del M5S nelle regioni meridionali. 

Le interazioni tra queste motivazioni in negativo hanno avuto un diverso impatto in relazione ai vari contesti geografici e socio-economici. I punti precedenti sono pure deduzioni ipotetiche SENZA ALCUN giudizio di valore circa i "dati di fatto" dei numeri, OVVIAMENTE! Le opinioni e i giudizi riguardano ora il "che fare", a fronte di questo panorama "negativo"....

L'abbraccio mortale, l'antifascismo e il rischio cannibalizzazione...

È stato detto fino allo sfinimento che il tema dell'antifascismo e degli allarmi elettorali per il suo ritorno con l'eventuale vittoria di FdI non ha fatto presa sugli elettori e non ha riportato all'ovile un bel po' di elettori spaventati.

Ed ecco invece che a Firenze la parola d'ordine antifascista, agitata inutilmente da Letta, che gli è costata la sconfitta elettorale e la poltrona di segretario, è tornata in auge ed anzi è diventato il suggello dell'idem sentire e del nuovo feeling tra i due segretari.

Ora i partiti che si erano detestati in campagna elettorale a tal punto da regalare la vittoria facile al centrodestra si sono riabbracciarti e riconciliati: acqua passata e amici come prima, quindi? Vedremo quanto durerà e quali saranno i risultati e i vantaggi per gli uni, gli altri e il fronte cosiddetto progressista...

Chissà se la luna di miele con la segretaria riporterà all'ovile le pecorelle smarrite nel campo centrista, in quello dell'astensione o sedotte dalla svolta sinistro-populista di Giuseppi & C. In attesa dei primi sondaggi, come quelli di Mentana del lunedì, c'è già qualche segnale che lo spostamento a sinistra, sancito dagli elettori del PD una settimana fa, sta avendo come effetto solo un rimescolamento interno al fronte: un po' di lettori delusi dalla prudenza di Letta, in fuga dall'estate verso lidi pentastellati, stanno tornando a casa.

Se i dati dei sondaggi di domani dovessero confermare il trend saremmo di fronte all'ennesima cannibalizzazione nel centrosinistra per un fraterno abbraccio mortale tra la giovane neo-segretaria e il capo pentastellato, che rischia di restare soffocato. Vedremo....

Dubito che sarà agevole tornare al governo con il recupero degli elettori in libera uscita a sinistra più i nostalgici di possibile e temo pure che sarà una mission impossibile...


mercoledì 1 marzo 2023

ECCO PERCHÉ HA VINTO ELLY....

La Schlein ha vinto perché ha portato a votare quella residua parte di elettori che nonostante i disastri delle ultime gestioni era ancora leale e disponibile a partecipare al gioco democratico. Come in risposta allo slogan maoista che a suo tempo presciveva di "sparare sul quartier generale", il popolo PD in sonno dalle elezioni ha risposto all'appello della 38enne stella nascente della sinistra.

Praticamente si sono confrontati due PD: da una parte quello ufficiale dell'apparato fatto di correnti e gruppi di potere romano/istituzionale, che ha occupato per un decennio i posti chiave facendosi la guerra e che i circoli hanno conferato e, dall'altra, quello esterno dell'elettorato di area disilluso e deluso dalla disastrosa gestione degli ultimi anni, che per motivazioni diversificate e non omogenee ha voltato le spalle alla dirigenza naziona, schierata con la continuità dell'usato sicuro Bonaccini, accettando il rischio Sclein come ultima spiaggia. Insomma occupy PD, alla fine, ha avuto successo sloggiando in tronco dai palazzi la vecchia gestione.

Per valutare la sorpresa rispetto alle previsioni che davano Bonaccini vincente - perché gli elettori hanno sempre confermato l'orientamento dei circoli come era stato prefigurato dagli esperti con un classico wishful thinking - bisogna partire da cento anni fa quando il sociologo Robert Michels formulò la legge ferrea dell'oligarchia, studiando proprio il partito socialdemocratico tedesco, che recita più o meno così: nelle forme associative strutturate come i partiti non vi è vera democrazia nel rapporto tra vertice e base perché pevalgono le elite staccate dal popolo e un'oligarchia connaturata alle logiche e alle esigenze delle grandi organizzazioni, alla psicologia del capo e di massa, anche quelle di sinistra, staccate dalla missione ideale del partito in modo autoreferenziale come si dice oggi.

La democrazia è nella competizione e nella scelta alternativa tra organizzazioni concorrenti, come ha insegnato Sartori, sul mercato politico elettorale da parte dei cittadini, mentre quella interna al partito è solo apparente in quanto vi predomina appunto la legge ferrea delle oligarchie e delle correnti. Tant'è che tutt' ora una parte dei vertici vorrebbe limitare le primarie ai soli iscritti o addirittura farne a meno, come accade spesso a livello locale, dove possono prevalere le logiche di potere della legge ferrea, controllate e governate dalle correnti, come dimostra la vittoria netta di Bonacini nelle primarie dei circoli e l'annuncio delle prime defezioni dopo la sua sconfitta irritare per l'irruzione della marziana.

Invece questa volta con la discesa in campo dell'esterna e neo iscritta Schlein si sono create le condizioni per il confronto democratico e alternativo, tra i due PD di cui sopra grazie al doppio turno, per cui una parte degli elettori che avevano scelto la defezione, per delusione dopo le ultime disastrose gestioni politiche, sono rientrati in gioco nelle primarie aperte agli esterni, secondo lo schema EVL di Hirschman (exit, Voice and loyalty).

Messa da parte l'opzione passiva dell'uscita dalla partecipazione, per un dissenso silenzioso e rinunciatario contro l'elite autoreferenziale perdente, hanno deciso di alzare la voce unendosi alla protesta di cui si è fatta portavoce e rappresentante pubblica la Shlein che ha riportato la gente ai gazebo per il ballottaggio; lei ha saputo cavalcare il malcontento tacito e la residua lealtà di una parte dei milioni di partecipanti alle precedenti primarie, rimasta orfana di espressione e rappresentanza fino a pochi mesi fa e che era rassegnata al disimpegno silenzioso, come nelle recenti elezioni regionali dominate proprio dell'estensione dell'ex popolo di sinistra.

Li ha convinti a partecipare proprio il gioco della concorrenza tra i due PD, quello dei circoli contro quello degli esterni allergico alla legge ferrea, perché se avessero concorso solo candidati interni i semplici elettori non avrebbero avuto l'occasione per alzare la voce contro i vertici e di certo non sarebbe stato raggiunto il milione di voti. Ma ora la legge ferrea tornerà in azione e vedremo se le prime mosse della neo segretaria saranno ancora nel suo segno, come tutto fa prevedere per la frammentazione del partito e la persistenza carsica delle correnti che sicuramente si riorganizzeranno e la condizioneranno.....a meno di un improbabile miracolo.

Elly, la fase 2: il ritorno alla legge ferrea dell'oligarchia?

Chiusa la parentesi della spinta democratica dei simpatizzanti, in rotta di collisione con l'apparato, ora la giovane neo segretaria dovrà tornare nell'arena oligarchica per fare i conti con vecchie e nuove correnti, giochetti di potere, scambi negoziali, cooptazioni e compromessi vari, visto che non controlla ne' l'assemblea nazionale ne' i gruppi parlamentari. Non si può negare che il ribaltone di domenica, oltre ad aver sovvertito la volontà degli iscritti, ha messo in luce una reazione populista anti establishment, in senso eversivo della legge ferrea dell'oligarchia di Michels già citata come chiave di lettura degli eventi (si veda il post precedente).
 
Tuttavia la transizione da una oligarchia all'altra non è mai una rottura netta ma un ricambio graduale e un po' ambiguo; secondo la «teoria dell’amalgama» di Michels nella logica delle elite politiche non si dà un vero e proprio ricambio drastico, in quanto più realisticamente le stesse vengono sostituite gradualmente attraverso un amalgamarsi dei nuovi dirigenti con i vecchi gruppi di potere; è ciò che è successo nel PD con il salto sul carro vincente da parte dei vecchi volponi capicorrente, che ora presenteranno a Elly il conto per il loro appoggio, in termini di poltrone per conservare influenza sui nuovi equilibri interni. In pratica dovrà mediare, accontentare molti e scontentarne altrettanti se vuole mantenere l'appoggio dei suoi grandi elettori (gattopardeschi). 
 
Insomma ora è il tempo dell'incertezza perchè deve fare i conti con il disallineamento tra potere interno, in quanto è minoritaria nel gruppo dirigente e nel gruppo parlamentare, e il potere che le è arrivato dall'esterno con il voto dei simpatizzanti con il quale è stata portata alla segretaria. Sulla dicotomia tra equilibri interni ed esterni si gioca la possibilità di un uso strategico dell'incertezza - ovvero nella dimensione relazionale dei giochi di potere - da parte dei defenestrati, anche se per ora il suo avversario ha manifestato lealtà sia durante la campagna elettorale sia dopo il voto. Insomma troverà del filo da torcere a meno di svolte consociative di facciata od offerte di posti per accontentare capi corrente, che potendo manovrare i gruppi parlamentarie saranno una fonte di incertezza per la gestione istituzionale. 
 
A meno che vi sia un rimescolamento delle vecchie correnti con riposizionamenti dei singoli in suo appoggio, ma sarebbe quasi un miracolo visto l'andazzo degli ultimi 10 anni (tuttavia la conversione un po' gattopardesca di Franceschini sulla via di Damasco ellyana fa ben sperare in una transizione non traumatica rispetto alla reazione scomposta, ad hominem e di pancia democristiana, del Fioroni per unico scissionista). Gioca peraltro a suo favore il fatto che adesso a Roma non c'è trippa par felini famelici, ovvero sono finiti i posti di sottogoverno e di sotto potere da elargire agli oligarchi garanti dalla rendita di governo. 
 
Comunque se vuole sottrarsi all'abbraccio paralizzante delle oligarchie correntizie deve nel contempo trovare il modo di connettersi stabilmente con la base, sia esterna sia dei circoli che l'hanno eletta, dando voce e rappresentanza al mondo sociale e alle forze culturali esterne al PD, per far leva su un contrappeso rispetto ai vincoli delle logiche e delle tensioni di potere delle elite interne, sempre in agguato specie a livello locale. Il caso del sistema di potere de Luca in Campania è esemplare: non a caso l'unica provincia che ha riservato a Bonaccini consensi superiori al 70% è stata quella di Salerno, evidentemente egemonizzata dal ras locale sia a livello di circoli che di elettori (e in minor misura da Emiliano in Puglia). Sarà una mezza impresa domare i potentati locali ma non è detto, se si parte dalle idee e dalle proposte visto che i posti di potere a Roma sono esauriti, a parte quelli dell'apparato. 
 
I suoi avversari interni verranno allo scoperto picconando le primarie per i candidati alle prossime elezioni regionali e locali, visto il ribaltone a livello nazionale che non è certo gradito agli oligarchi di tutte le risme. Anche in queste settimane è ripresa la polemica verso le primarie aperte all'ambiente, e non riservate ai soli iscritti, che è il cavallo di battaglia degli capi corrente e la cartina di tornasole della presa interna della "legge ferrea" di Michels, a livello di gruppi dirigenti locali dove è irrilevante il ruolo dei circoli, oppure dove sono manovrati dai cacicchi locali. Ergo dopo il terremoto, arriveranno un po' di scosse di assestamento di vaira intensità.

Qualche contro-scossa di ri-assestamento potrebbe venire dai territori dove l'antagonista Bonaccini ha ottenuto i maggiori consensi, più ancora della sua regione, ovvero le federazioni del sud dove il PD è dominato dai governatori in modo personalistico e clientelare, i quali hanno un controllo forte sui circoli e tramite questi sugli elettori. Vedremo le loro reazioni...