domenica 13 novembre 2016

L'onda lunga della rabbia, il Referendum e la rottamazione dell'Italicum

Sulla diagnosi sembrano ormai d'accordo tutti i clinici chiamati al capezzale della Democrazia: l'onda impetuosa del rancore, della rabbia per la crisi e dell'odio per caste, élite ed establishment politici è il motore delle scelte radicali, populiste, xenofobe, di chiusura e di rottura un po' in tutto il mondo, che Trump ha saputo interpretare ed intercettare al meglio con la retorica dell'America di nuovo grande. La carta stampata e i sondaggisti invece non se ne sono minimamente accorti, perchè ormai ridotti enclave elitaria autoreferenziale separata dal mondo reale e dalla società, ovvero dalla rete principale veicolo degli umori di pancia e delle tendenze che covano nella società. Una drammatica scissione tra realtà e sua rappresentazione testimoniata emblematicamente dal gap tra sondaggi e risultato finale, tra mobilitazione dei media anti-Trump e il suo trionfo nelle urne.

Il risultato del referendum sarà la cartina di tornasole per capire i possibili esiti dell'iniziativa di revisione dell'italicum in funzione anti M5S portata avanti dalla minoranza PD, dagli esiti incerti e potenzialmente controproducenti proprio per i suoi sostenitori. Sui principi non si può giocare sporco e cambiare le regole solo per interesse diparte e a proprio uso e consumo, che invece è tradizione italica quando si tratta di regole elettorali: la gente capisce benissimo che stai barando, che sei scorretto e quindi ti punisce con maggior diletto. Ne è già stato fatto uno di "stai sereno" ma era tutto sommato interno e ad uso e consumo del PD; una mossa sleale come la revisione dell'italicum per il proprio esclusivo tornaconto elettorale, suggellato da una coalizione con Alfano e Verdini, per fare lo sgambetto agli altri, sarebbe esiziale. Lo so, è da ingenui pensare che lealtà in politica conti perlomeno quanto la spregiudicatezza ma, come soleva dire l'On. Andreotti, ogni tanto le volpi troppo furbe finiscono nel carniere.  Meglio un chiaro e leale confronto a due al ballottaggio che tentare il colpo basso sul turno unico, peraltro con il rischio di un boomerang elettorale a favore dei pentastellati.

Qualcuno pensa davvero, come fa Ezio Mauro su Repubblica, che una riconciliazione tra Renzi e Bersani sancita dalla revisione dell'Italicum possa sul serio arginare l'onda lunga del rancore e della paura che dopo le coste atlantiche si abbatterà sul Referendum? Davvero l'elettorato di pancia anti-renziano, fuori e soprattutto dentro il PD, è disposto a tornare nell'alveo della ragionevolezza dopo la sigla della pace tra Cuperlo e Renzi, suggellata dal documento di rottamazione del ballottaggio in funzione anti-pentastellati? Ne sembrano fermamente convinti all'unisono i due ex direttori e il patron di Repubblica, come se alla gente che NON legge il loro giornale stesse a cuore la ristrutturazione dell'Italicum, mentre a quei pochi a cui interessa la sorte della legge  elettorale con il NO incasseranno un triplice combinato disposto: bocciare la Riforma costituzionale, mandare a gambe all'aria l'Italicum e cacciare l'odiato "bullo fiorentino". E una cordiale stretta di mano tra Renzi e Bersani scongiurerà questo esito esiziale? Suvvia questa idea è la prova provata della distanza abissale tra casta giornalistico-industriale "illuminata" e una realtà ribollente di rancori pronti a convergere sul primo parafulmine disponibile.

Se vince il NO, come ormai temono anche i pasdaran Renziani, è chiaro che si deve ricominciare da capo su tutto il fronte elettorale, in quanto servirà anche una nuova legge per il senato, per cui i giochi sono aperti ad ogni soluzione, a meno che si torni a votare con due sistemi di opposta concezione come l'Italicum alla Camera e Consultellum al Senato. Ipotesi a dir poco stravagante e comunque foriero di larghe intese almeno per un altro lustro, in attesa della prossima riforma elettoral-Costituzionale.

Se invece dovesse vincere il SI e si procedesse alla revisione, opportunistica ed auto-referenziale, dell'Italicum pro domo PD e anti-M5S il rischio sarebbe quello di fornire un assist propagandistico elettorale ai S5S di tali proporzioni da farli prevalere comunque al primo turno, altro che argine! Con il vento populista anti-casta e anti-élite che tira si sono persi mesi e mesi in diatribe dilanianti interne al PD sull'Italicum, invece di portare a termine l'iter di leggi di valore simbolico contro le degenerazioni della casta e della corruzione, quelle si utili per recuperare consensi.

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