martedì 28 maggio 2019

Attenzione alle cornici cognitive: alle elezioni vince chi impone la sua!

Scrive il linguista Antonelli nella recensione a “Non pensate all’elefante!” su La Lettura del Corriere: Costruiamo speranze, non muri”, “investiamo nella scuola, non nella paura”, “vogliamo investimenti e sviluppo, non recessione”. La campagna del Pd per le europee punta tutto sulla negazione di concetti negativi. Forse non hanno letto Non pensare all'elefante! il libro dello psicolinguista George Lakoff pubblicato per la prima volta nel 2004 e ora riproposto da Chiarelettere". Gli da manforte Carofiglio nel criticare il deficit "metaforico" della sinistra nella presentazione del libro del linguista statunitense, che esce nella versione aggiornata rispetto alla prima di 15 anni fa (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/05/01/cara-sinistra-pensa-allelefante/5146641/). 

La sinistra è propensa all'astrattezza e quindi ha snobbato il pensiero metaforico, valido tutt'al più in letteratura, per abbellimenti poetici e raffinatezze liriche. Niente di più riduttivo e sbagliato, come ha dimostrato ampiamente Lakoff negli ultimi 30 anni di ricerca ben poco accademica. Un esempio pratico? Le elezioni del 2018 sono state una debacle per la sinistra anche perchè non ha saputo proporre una cornice metaforica alternativa al frame della sicurezza, imposto dai sovranisti/securitari a forza di reiterazioni sui media in modo quasi ossessivo. 

Così anche nella campagna elettorale per le europee il Capitano ha continua iperterrito ad evocare la sicurezza senza che da sinistra si sia tentato di replicare con qualche argomento che ribaldi la sudditanza metaforica e culturale al frame della sicurezza/insicurezza; la cornice concettuale della sicurezza ha connotati emotivi (lo spettro della paura) profondamente coinvolgenti che premiano chi la impone e mettono nell'angolo le argomentazioni "razionali". E i risultati al momento della conta elettorale si sono visti nel 2018 e ancor più nel 2019!

Se accetti le metafore dell'avversario sei in condizioni di handicap in partenza, perchè aderisci implicitamente alla sua definizione del problema, alla sua visione e alle conseguenti soluzioni. Si dice che la sinistra sbaglia quando alla richiesta di sicurezza risponde con le statistiche che dimostrano quanta poca insicurezza ci sia nella nostra società. L’errore è a monte, ovvero aver accettato passivamente il frame della sicurezza/insicurezza personale e quindi valgono poco i numeri per rassicurare chi si sente insicuro; non basta snocciolare statistiche per compensare il senso di insicurezza artatamente enfatizzato, anche se il confronto tra percezione e realtà è comunque necessario, ma non sufficiente quando le componenti emotive sono rilevanti. Bisognerebbe cambiare frame, operazione non facile quando una cornice metaforica è radicata: alla sicurezza/insicurezza bisognerebbe contrapporre la cornice legalità/illegalità!

La sicurezza zero come l'assenza di rischio non esiste nella realtà; la promessa di sicurezza assoluta è un mito che fa leva sul sentimento profondo della paura che prende quando la sicurezza è implicitamente messa in dubbio.  Se tutti i santi giorni tutti i politici e i media parlano di sicurezza significa che c’è un problema oggettivo di insicurezza, tant’è che la gente alla fine la percepisce ovunque e in modo ansioso quando esce di casa, sale sul treno o va ad un concerto. Facile quindi acquisire consensi quando si promette più sicurezza!

Se ti adatti passivamente al frame degli avversari sei condannato a priori e resti prigioniero della gabbia metaforica costruita ad hoc per enfatizzare gli aspetti emotivi a scapito di quelli razionali. E quindi ogni contro-argomentazione ragionevole sarà condannata in partenza all’insignificanza, come nel caso appunto della sicurezza. Il tema della sicurezze/insicurezza imposto dai sovranisti è un esempio paradigmatico di frame di successo: bisogna uscire dalla cornice perché se si resta al suo interno sì è giocati in partenza.

Nessun commento:

Posta un commento