- Un anno fa circa veniva introdotto l’obbligo del POS per i lavori autonomi e del pagamento elettronico obbligatorio per importi superiori ai 30 E, non senza polemiche da parte delle associazioni di categoria e peraltro senza la previsione di sanzioni per la mancata attivazione dei dispositivi elettronici di pagamento;
- la diffusione e l’incentivazione delle forme di pagamento elettronico e quindi tracciabile - tramite bancomat, carta di credito, bonifico, assegno, carte prepagate a scalare, voucher, POS mobili, APP dedicate etc.. – e di limitazione all’uso del contante “è motivata dall’esigenza di far emergere le economie sommerse per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, l’evasione e l’elusione fiscale” (Padoan 2014), senza quindi la necessità di strumenti di controllo come scontrini e ricevute, con il relativo apparato di guardie di finanza alle porte dei negozi; va da se che il pagamento con POS, assegno o carta di credito rende superflua l’emissione dello scontrino o della fattura e quindi anche la sua omissione colpevole;
- l’economia digitale è coerente e da sempre allineata con il principio della tracciabilità elettronica dei pagamenti, dall’e-commerce ai sistemi NFC, dai pagamenti on-line con carte prepagate all’home banking, per non parlare della nascita e diffusione della moneta elettronica, il cosiddetto bit-coin;
- nella PA, e in particolare a livello della rappresentanza istituzionale, è in atto un faticoso processo di promozione della trasparenza delle spese effettuate, prioritariamente con l’obbligo di rendicontazione puntuale e di esibizione elettronica dei pagamenti effettuati tramite carte di credito da sindaci, presidenti di regione, consiglieri regionali e comunali, al fine di prevenire distrazioni di fondi, peculato, uso personale del denaro pubblico;
- sempre nella PA, per un maggiore controllo delle spese, è stata introdotta nel 2015 alla fatturazione elettronica dei fornitori nell’ambito di una generale incentivazione della digitalizzazione delle procedure economico-finanziarie, ad esempio degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico, dei bonus individuali tramite carte pre-pagate, la dematerializzazione delle prescrizioni mediche etc..;
- Da ultimo, se per combattere l'evasione non servono tanto i controlli fiscali sui consumi spiccioli ma bensì quelli incrociati e preventivi sui dati elettronici - come il 730 precompilato, enfatizzato in TV dal presidente del Consiglio - che effetto avrà l'innalzamento del tetto dei contanti se non di ridurre gli strumenti a disposizione dell'Ag. delle entrate per fare riscontri di dati elettronici, ad esempio sui consumi di beni di lusso come indicatore di reddito/evasione?
Ancor più in radicalmente il processo millenario di
“virtualizzazione” della moneta - in quanto oggetto sociale per eccellenza - arriva
a compimento proprio con la diffusione delle forme di tracciabilità digitale ed
elettronica delle transazioni, sia spicciole e quotidiane che di grandi
dimensioni. Vale la pena di ricordare le precedenti tappe di un processo
evolutivo iniziato con il conio in oro delle monete, seguito dall’uso di
metalli o le leghe alternative meno preziose e successivamente con la
diffusione della cartamoneta, per giungere al compimento finale: la storica
decisione di annullare la convertibilità del dollaro in oro, decretata
all’inizio degli anni settanta dall’amministrazione americana. Un processo in
atto da millenni che ha subito un salto di qualità ed un’accelerazione con la
tecnologia digitale e che è destinato ad affermarsi ulteriormente, fino al
definitivo pensionamento dei contanti. E non sarà certo una misura antistorica,
o un voto di fiducia sull’innalzamento dei pagamenti in contanti nell’anno di
grazia del 2016, ad arrestarlo…..
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