Anche autorevoli commentatori, come Stefano Folli su la Repubblica, si esercitano al gioco di società “rivediamo l’Italicum” prima che possa dimostrare con i fatti di essere una buona legge a garanzia di una salda governabilità, sana alternanza e rappresentatività democratica. Dopo un contorto groviglio di argomentazioni ipotetiche, a partire da una presunta legge “sbagliata”, il fine analista avanza l’originale proposta di un doppio turno di collegio alla francese, quell’uninominale caro all’ex minoranza (civatiana) della minoranze PD; peccato che sulla base di varie simulazione, in presenza di un assetto politico ormai saldamente tripolare, questo modello rischierebbe di far saltare il sistema dalla padella del Porcellum alla brace dell’ingovernabilità, complice un disomogenea rappresentanza territoriale, a macchia di Leopardo, dei deputati afferenti a tre schieramenti. Per giunta ci si è messo pure l'ex presidente della repubblica a dare manforte ai congiurati con una frase sibillina pronunciata durante le dichiarazioni di voto al Senato sulla riforma istituzionale, subito sposata dai centristi.
Sono mesi che questi ultimi brigano in tutti i modi, con il condizionamento
dei loro voti indispensabili far passare leggi importanti come unioni civili e
allungamento della prescrizione, pur di raggiungere uno storico obiettivo:
riformare subito l'Italicum con la reintroduzione del premio alla coalizione,
invece che al partito, prima della sua entrare in vigore e della sua verifica
alle prossime elezioni, magari a riprova che con l’Italicum è possibile un'alternanza
elettorale secca, un esecutivo scelto dagli elettori, forte ed omogeneo, libero
dai ricatti del partitino di turno che con il 4% dei voti fa il bello e il cattivo
tempo mettendo i bastoni tra le ruote alle leggi che non gli aggradano. Guai se
l'Italicum dovesse dimostrare invece che l'era dei vari Ghini di Tacco è
definitivamente tramontata e che gli elettori, grazie al doppio voto, hanno in
mano lo strumento per designare in modo chiaro e netto un vincitore ed uno
sconfitto, senza più giri di valzer, maggioranze raccogliticce e litigiose, trasmigrazioni
e compravendita di eletti, transumanze parlamentari, cambi ossessivi di casacca,
riedizioni di manuali Cencelli, consociativismi di vario genere, ovvero il
peggio della seconda repubblica gentilmente offerto dal Porcellum e dal
Mattarellum! Non fia mai che possa decidere la gente una coesa maggioranza di
governo, muoia l'Italicum sul nascere con tutti i Filistei!
Con le dimissioni del coordinatore nazionale NCD Quagliariello e
la probabile creazione dell’ennesimo gruppetto parlamentare al Senato il
disegno si fa più chiaro: andare ad un appoggio esterno e negoziato su tutto al
governo, sfruttare al massimo i pochi voti indispensabili alla
maggioranza governativa del Senato per ottenere la reintroduzione del premio di
coalizione dell'Italicum, ricompattando nel contempo il fronte cattolico più
moderato ed ostile alle unioni Civili, magari condizionando anche
l’iter della riforma costituzionale.
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