A quanto pare è stata elaborata da Matteo Richetti e prevede: 75% di maggioritario (475
seggi) e 25% di proporzionale (155 seggi)
più un “premietto” di governabilità di 75 seggi, tratti della quota
maggioritaria (quasi il 12% dell'assemblea), da assegnare al partito che abbia
superato la soglia minima di 200 seggi maggioritari al primo turno. A questi 275
andrebbero sommati i seggi ottenuti dal partito nella quota proporzionale per
arrivare alla maggioranza assoluta di 316 deputati. Se invece nessuno dovesse
superare la soglia minima dei 200 collegi uninominali allora si andrebbe al
ballottaggio tra le prime due coalizioni per i 75 seggi del “premietto”.
E' una proposta piuttosto cervellotica,
che potrebbe anche funzionare a patto che si tenga duro sul doppio turno,
conditio sine qua... ovvero non negoziabile per garantire la governabilità e il
bipolarismo. Ecco alcune riserve legate a quella specie di terno all'otto che è
l'uninominale
maggioritario a turno unico:
1-cosa succede se due
schieramenti superano la soglia dei 200 seggi (vedi la più recente simulazione
con il Mattarellum: http://it.ibtimes.com/.../mattarellum-porcellum-legge...);
2- la maggioranza potrebbe essere
risicatissima anche con il “premietto” di 75 seggi, specie in presenza di una
grande frammentazione nella quota proporzionale;
3-vi è anche il rischio di un
risultato disomogeneo nelle due assemblee legislative;
4-infine l’obiezione più forte: il premio di maggioranza
previsto è troppo piccolo per essere efficace. Infatti se nessuno supera la
soglia di 200 seggi è assai difficile che raggiunga la maggioranza di 316 con
un premietto del 12% circa (75 seggi)! Proviamo a fare 4 calcoli. Poniamo che i
tre schieramenti raggiungano un risultato analogo nell'uninominale, diciamo
attorno ai 150-170 seggi. Il vincitore del ballottaggio potrà aggiungere altri
75 seggi, per cui arriverà a malapena a 240. A questo punto gliene servono
almeno altri 80 per avere una decente maggioranza, compito praticamente
impossibile perchè significherebbe una percentuale vicina al 50% nella quota
proporzionale (155 seggi complessivi), evenienza matematicamente esclusa a
priori! Per giunta potrebbe pure accadere che guadagni il premio il partito arrivato secondo al primo turno. Per raggiungere il suo scopo un premio di maggioranza, in un contesto
tri-polare con schieramenti che stanno tra il 25 e il 35%, deve essere vicino al
20%.
Tutto stò ambaradan per tentare
di mettere d’accordo Alfano e Berlusconi? Di sicuro i grillini, che hanno
sempre privilegiato il proporzionale e che rischiano di fare il terzo incomodo
nei collegi uninominali, faranno fuoco e fiamme per contrastare questo progetto!
Ma non era più semplice adottare il modello "sindaco d'Italia", tanto
decantato e sbandierato da Renzi in campagna elettorale per le primarie?
Perchè complicarsi la vita con soluzioni contorte e rischiose, quando ne esistono
già almeno due assai più semplici e sicure?
Eppure una soluzione alternativa
ed efficace era a portata di mano, anche recuperando il Mattarellum. Basterebbe
infatti destinate buona parte della quota proporzionale (155 seggi) a premio di
maggioranza o meglio governabilità: infatti se il 15-20% della quota
proporzionale (100-125 seggi) fosse attribuito al vincitore del ballottaggio si
avrebbe una maggioranza certa mentre i restanti seggi si potrebbero suddividere
tra i partiti che non hanno raggiunto il secondo turno per garantire la
maggiore rappresentanza proporzionale delle forze minori (il cosiddetto diritto
di tribuna). I 75 seggi uninominali di premio sono comunque pochi per garantire
una maggioranza solida, specie se nessuno riesce a superare la soglia dei 200
seggi uninominali.
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