giovedì 19 dicembre 2013

Renzi e la strategia dei due forni...

Le prime mosse del nuovo segretario PD hanno già sortito qualche effetto pratico sul fronte della riforma elettorale. Il confronto tra le forze politiche si è polarizzato su due questioni, con il consueto balletto di tatticismi ed avances: da un lato, in quale perimetro/geometria politica varare la revisione del Porcellum e, dall'altro, quale modello riformatore adottare. 

Sul primo punto predominano le diffidenze reciproche tra la nuova Forza Italia e il Nuovo Centro Destra, correlate all’eventualità di elezioni in tempi bevi, reclamate dai primi e paventate dai secondi. Alfano teme di essere scavalcato ed emarginato da un’eventuale intesa tra PD e FI, centrata sul recupero del Mattarellum, il modello su cui ha ripiegato Berlusconi dopo aver rinunciato a malincuore al Porcellum, da sempre prediletto.

Sul secondo punto sembrerebbe acquisita la necessità di accettare una formula a doppio turno, anche se Berlusconi a detta di uno dei suoi “non sopporta il doppio turno”, per cui non sarà agevole trovare un’intesa. I contrasti si concentrano sul meccanismo elettorale, sempre per via del conflitto tra le diverse convenienze di parte che spingono ogni attore a tirare la coperta dalla propria parte per tutelare nel miglior modo le proprie chances di potere e sopravvivenza. Gli alfaniani propendono per la formula del “sindaco d’Italia”, peraltro non ancora ben definita nei dettagli. Per loro è certamente più favorevole una soluzione proporzionale al primo turno, nella misura in cui garantirebbe la possibilità di restare relativamente autonomi e preservare margini più ampi di manovra rispetto a FI, in caso di ritorno all’ovile dei “governativi” per una futura alleanza elettorale tra le due forze politiche, attualmente separate in casa.

La neo-FI punta invece su una riedizione del Mattarellum poichè i collegi uninominali maggioritari potrebbero piegare ai voleri del Cavaliere i “traditori” del nuovo centrodestra, in una sorta di ritorno a Canossa. Non si capisce tuttavia fino a che punto sia disposto ad accettare il ballottaggio per l’attribuzione del 25% proporzionale trasformato in premio di maggioranza, punto critico sul quale ancora non c’e’ stato un chiaro pronunciamento in senso positivo. Sullo sfondo in qualità di spettatori restano per ora i grillini, che non si sbilanciano in attesa di divulgare la loro proposta ufficiale, frutto della consultazione on-line dei “cittadini”.

Nel mezzo sta Renzi che sembra aver adottato la politica dei due forni di Andreottina memoria, dato che si rivolge sia alla propria maggioranza che all’opposizione. Dopo aver annunciato in campagna elettorale delle primarie che in caso di vittoria avrebbe presentato il suo modello di riforma del Porcellum, ora non si sbilancia ed anzi mantiene rigorosamente coperte le proprie carte. C’e’ de chiedersi inoltre per quale motivo, dopo aver tessuto le lodi per mesi del modello "sindaco d'Italia", ora sia disponibile riesumare il Mattarellum, nonostante sappia perfettamente che il cavaliere non sopporta il doppio turno. Perché, al contrario, non asseconda la disponibilità più volte espressa da Alfano verso una legge sul modello delle elezioni dei sindaci?

Con queste prime mosse il neosegretario PD non brilla certo per chiarezza di proposte, trasparenza di intenti e soprattutto coerenza tra annunci e comportamenti. Con la strategia dei due forni si rischia la scottatura!

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