Fine anno, capo d’anno, tempo di bilanci e di previsioni.
Per la riforma del Porcellum sono stati dodici mesi bui con uno spiraglio di
luce a dicembre. Ha vinto il partito anonimo e trasversale pro-Porcellum,
pervicacemente attaccato alla sua creatura prediletta ed ostile ad ogni
cambiamento. Il partito che non ha mai fatto una proposta, che è rimasto accuratamente
nel vago senza mai esporsi, trasversale ma unito su un unico obiettivo, tanto
forte quanto inconfessato: sbarrare la strada con l’immobilismo e con ogni
altro mezzo a qualsiasi ipotesi di doppio turno elettorale, l’unica formula
garante di un sano bipolarismo e una decente governabilità.
Non è un caso che
il partito filo-porcata è venuto allo scoperto solo quando in commissione
affari costituzionali si è trattato di cassare l’ordine del giorno contenente
proprio l’ipotesi del temutissimo ballottaggio a due, che ha sancito l’idem sentire
delle due ali estreme divise su tutto ma accomunate dal sabotaggio di una vera
riforma e dalla passione per il proporzionale. Perchè il nodo gordiano resta sempre il doppio turno, l'unico strumento che consente di tradurre in opzioni elettorali e comportamenti pratici l'adesione astratta e di facciata ai principi di governabilità e bipolarismo, a parole condivisi da tutti i partiti.
Lo spiraglio di luce invernale è venuto da due fatti quasi
concomitanti: il pronunciamento della consulta e l’elezione di Matteo Renzi
alla testa del PD. Con la cancellazione delle liste bloccate e soprattutto
dell’abnorme e antidemocratico premio di maggioranza incondizionato, la
Consulta ha rotto le uova nel paniere al partito della porcata, che ora dovrà
rassegnarsi a venire allo scoperto. La bocciatura del Porcellum ha preso
in contropiede anche il neo segretario PD, che aveva punteggiato la campagna
elettorale con la solenne promessa di presentare il proprio modello di riforma alla vigilia o tutt’al più all’indomani delle primarie.
Ma poi qualche cosa è andato storto e anche Renzi ha
adottato la strategia prediletta dal governo Letta, il rinvio della
presentazione, la proroga dell’annuncio, il differimento della scelta, in
attesa di svolte, scatti, cambi di passo, patti di governo e nuovi accordi. Fa una certa
impressione notare come chi ha sempre messo fretta a tutti e contestato le
inconcludenti riunioni del Senato sulla riforma del Porcellum, ora si adatti
all’eterna tattica della dilazione e si guardi bene dallo scoprire le proprie
carte per paura di scontentare qualche interlocutore. Ma c’e’ da chiedersi per quale motivo il
partito trasversale filo-porcata e pro tanto-peggio - specularmente avverso al
doppio turno - dovrebbe cambiare idea rispetto a due mesi fa e rassegnarsi a
dare l’OK ad una decente legge elettorale? Il giocatore incallito quando è
nell’angolo, rischia di perdere la posta e si arriva al dunque ha un’unica
chance: il bluff gattopardesco perché nulla cambi!
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