martedì 31 dicembre 2013

Bilancio 2013: ha vinto il partito della porcata!

Fine anno, capo d’anno, tempo di bilanci e di previsioni. Per la riforma del Porcellum sono stati dodici mesi bui con uno spiraglio di luce a dicembre. Ha vinto il partito anonimo e trasversale pro-Porcellum, pervicacemente attaccato alla sua creatura prediletta ed ostile ad ogni cambiamento. Il partito che non ha mai fatto una proposta, che è rimasto accuratamente nel vago senza mai esporsi, trasversale ma unito su un unico obiettivo, tanto forte quanto inconfessato: sbarrare la strada con l’immobilismo e con ogni altro mezzo a qualsiasi ipotesi di doppio turno elettorale, l’unica formula garante di un sano bipolarismo e una decente governabilità. 

Non è un caso che il partito filo-porcata è venuto allo scoperto solo quando in commissione affari costituzionali si è trattato di cassare l’ordine del giorno contenente proprio l’ipotesi del temutissimo ballottaggio a due, che ha sancito l’idem sentire delle due ali estreme divise su tutto ma accomunate dal sabotaggio di una vera riforma e dalla passione per il proporzionale. Perchè il nodo gordiano resta sempre il doppio turno, l'unico strumento che consente di tradurre in opzioni elettorali e comportamenti pratici l'adesione astratta e di facciata ai principi di governabilità e bipolarismo, a parole condivisi da tutti i partiti.

Lo spiraglio di luce invernale è venuto da due fatti quasi concomitanti: il pronunciamento della consulta e l’elezione di Matteo Renzi alla testa del PD. Con la cancellazione delle liste bloccate e soprattutto dell’abnorme e antidemocratico premio di maggioranza incondizionato, la Consulta ha rotto le uova nel paniere al partito della porcata, che ora dovrà rassegnarsi a venire allo scoperto. La bocciatura del Porcellum ha preso in contropiede anche il neo segretario PD, che aveva punteggiato la campagna elettorale con la solenne promessa di presentare il proprio modello di riforma alla vigilia o tutt’al più all’indomani delle primarie.

Ma poi qualche cosa è andato storto e anche Renzi ha adottato la strategia prediletta dal governo Letta, il rinvio della presentazione, la proroga dell’annuncio, il differimento della scelta, in attesa di svolte, scatti, cambi di passo, patti di governo e nuovi accordi. Fa una certa impressione notare come chi ha sempre messo fretta a tutti e contestato le inconcludenti riunioni del Senato sulla riforma del Porcellum, ora si adatti all’eterna tattica della dilazione e si guardi bene dallo scoprire le proprie carte per paura di scontentare qualche interlocutore.  Ma c’e’ da chiedersi per quale motivo il partito trasversale filo-porcata e pro tanto-peggio - specularmente avverso al doppio turno - dovrebbe cambiare idea rispetto a due mesi fa e rassegnarsi a dare l’OK ad una decente legge elettorale? Il giocatore incallito quando è nell’angolo, rischia di perdere la posta e si arriva al dunque ha un’unica chance: il bluff gattopardesco perché nulla cambi! 

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