La civiltà occidentale registra da due millenni a questa
parte un lento processo di “virtualizzazione” del denaro, considerato da
filosofi analitici contemporanei, come John Searle e Maurizio Ferraris, un tipico esempio di Oggetto sociale,
ovverosia un entità fisica che incorpora in sé un’intenzionalità collettiva
relativa ad una funzione specifica, di ordine superiore rispetto all’oggetto
che la veicola, condivisa ed accettata socialmente. Per Searle il denaro svolge
la funzione socioeconomica di scambio universale, indipendentemente dalle
caratteristiche del supporto utilizzato.
Ferraris ha una posizione più radicale, in quanto mette in
dubbio che sia sempre necessario un oggetto materiale di supporto alla funzione
sociale. Per connotare un oggetto sociale è altresì indispensabile la
registrazione di atti che coinvolgono almeno due persone sotto forma di una
traccia documentale, iscritta su un supporto fisico qualunque, dalla carta al
computer, dal marmo alla memoria; un matrimonio, un contratto, un mutuo, un
passaggio di proprietà, una sentenza, un certificato etc.. per essere validi
esigono una trascrizione, e la validazione tramite una traccia, ad esempio una
firma. Come vedremo più avanti, proprio queste caratteristiche trovano una
verifica empirica nell’evoluzione in senso digitale del denaro, che fa la
differenza tra pagamento in contanti ed elettronico.
Vale la pena di ricordare le tappe di questo lungo processo
evolutivo:
- all’ inizio il conio in oro delle monete equivaleva al valore corrispettivo del metallo prezioso;
- n seguito la moneta aurea è stata affiancata o sostituita da metalli o le leghe alternative meno preziose;
- a cui si è aggiunta ben presto la cartamoneta;
- per ultimi sono stati introdotti altri supporti cartacei, dagli assegni alle cambiali, dalle azioni ai traveler’s check etc.., come sostituti simbolici di metalli e cartamonete.
Il processo di virtualizzazione ha subito un salto di
qualità ed un’ulteriore accelerazione con l’estendersi della tecnologia
digitale, destinata ad affermarsi progressivamente, fino al prevedibile e
futuro pensionamento dei contanti. La dematerializzazione arriva così alla
tappa finale con la diffusione delle forme di tracciabilità elettronica delle transazioni,
sia microeconomiche che macrofinanziarie. Paradossalmente la digitalizzazione
del denaro ha reso palesi gli scambi economici che viceversa restavano
invisibili ed opachi grazie all’uso della forma cartacea di pagamento. La
transazione economica in contanti, cioè priva del relativo documento contabile
dallo scontrino alla fattura, non lascia alcuna traccia di sé al contrario
della transazione elettronica, che invece comporta sempre l’iscrizione
dell’atto di pagamento.
Nelle transazione digitale, ovvero senza passaggio di mano
di un mezzo fisico monetario, si allarga la portata sociale dell’atto economico,
nel senso che grazie alla tracciabilità/trascrizione su un supporto fisico si
amplifica la il suo significato pubblico. Insomma il venir meno del supporto
materiale cartaceo, a favore della traccia elettronica immateriale, mette ancor
più in evidenza il carattere sociale dello scambio universale descritto da
Searle. In aggiunta l’evoluzione dal passaggio di un supporto fisico alla registrazione
elettronica del pagamento fa emergere un surplus di informazioni documentali:
permette di identificare gli attori coinvolti nella transazione, l’oggetto del
pagamento e le coordinate spazio-temporali del passaggio di moneta elettronica.
Un notevole salto qualitativo ed informativo, nel segno della trasparenza, rispetto
al carattere anonimo ed occulto del contante.
L’innalzamento del tetto dei pagamenti in contanti a 3000 Euro
ha un valore simbolico in relazione a questo contesto culturale e rappresenta
un passo indietro rispetto allo spirito dell'innovazione elettronica e
dell'economia digitale, specie in un paese a scarsa diffusione dei pagamenti
tracciabili, da tutti ritenuti un disincentivo per l'economia in nero e,
indirettamente, uno strumento di contenimento dell'evasione fiscale. Come ha
affermato il ministro Padoan la limitazione all’uso del contante “è motivata
dall’esigenza di far emergere le economie sommerse per contrastare il
riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, l’evasione e l’elusione
fiscale”. Per di più l’inedita
promozione del contante stride con tendenze socio-economiche in atto e con
altri provvedimenti del governo di evidente natura digitale.
In buona sostanza l’innalzamento del tetto dei pagamenti
sull’unghia contrasta con la transizione storica verso la moneta immateriale,
sopra delineata, ed assume anche i connotati di un conflitto tra economia
“oscurantista”, occulta, opaca e accuratamente celata (pagamenti in contanti
senza ricevuta, fondi e provviste in nero per corruzione, evasione fiscale e
contributiva, truffe, traffici illegali e criminali, usura etc..) e pratiche
“illuministiche” di trasparenza, digitalizzazione, tracciabilità,
accountability, visibilità ed emersione delle transazioni economiche. Insomma
l’inedita promozione dei contanti è un passo indietro rispetto al tentativo di
introdurre elementi di modernità, in una società ancora intrisa di un passato
arcaico e pre-moderno.
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