lunedì 16 dicembre 2013

La cartina di tornasole del bipolarismo



Alla fine ci ha pensato la Consulta a sciogliere il nodo gordiano che il Parlamento per anni non ha saputo o voluto dirimere. Le motivazioni della sentenza con cui la suprema corte ha cancellato le liste bloccate e l’abnorme premio di maggioranza della legge vigente chiariranno in quale direzione si può muovere la politica italiana. Ora la palla ritorna al parlamento dove perdurano le divisioni tra i fautori delle diverse opzioni di riforma, che interessano trasversalmente i singoli partiti e che hanno provocano un’inedito rimpallo della questione tra camera e senato. L’elezione di Renzi alla segreteria del PD sembra finalmente aver sbloccato lo stallo parlamentare, riportando alla Camera la discussione sulle proposte di riforma, che si era arenata alla Commissione Affari costituzionali del Senato, dopo la bocciatura dell’ordine del giorno sull’ipotesi di doppio turno. 

A parole tutte le principali forze politiche difendono a spada tratta il bipolarismo, messo in discussione proprio dal pronunciamento “proporzionalista” della consulta, che rischia di fare retrocedere il sistema alla prima repubblica. Ma alle parole dovranno seguire prima o poi decisioni coerenti e logiche, che trovino soluzione al problema di favorire un chiaro esito elettorale in un sistema ormai tri-polare. A ben vedere ne’ l’eliminazione delle liste bloccate, con la re-introduzione delle preferenze, ne’ a maggior ragione l’abolizione del premio di maggioranza, con il ritorno al proporzionale secco o con una soglia minima, potranno risolvere il rebus elettorale e politico italiano. 

La sentenza della Corte obbliga tutti gli attori a venire allo scoperto, specie quelli che pubblicamente si proclamavano convinti bipolaristi ma che fino a poche settimane fa tifavano per il mantenimento del Porcellum, in modo più o meno occulto.  L'importante è che la nuova legge elettorale favorisca una chiara maggioranza di governo, sottraendola alle trattative post-elettorali di palazzo, sia la scelta degli eletti, fino ad ora designati nelle segrete stanze dei vertici di partito che compilavano le liste bloccate. 

A questo obiettivo possono concorrere solo i due turni elettorali, specie in assetto politico tri-polare bloccato come l’attuale. Tuttavia non è esclusa nemmeno una combinazione sinergica dei due sistemi per un esito elettorale equilibrato, nel senso che la formula proporzionale può garantire al primo turno il massimo della rappresentatività democratica, mentre il maggioritario al secondo turno è il migliore presidio della governabilità e dell’alternanza tra diversi poli. 

A ben vedere, peraltro, l’eventuale vincitore al secondo turno, nell’ipotesi di lista nazionale di coalizione, si aggiudica la vittoria non tanto in virtù di un “premio” di maggioranza concesso ad un partito/coalizione minoritari, come nel caso del Porcellum corretto con una soglia minima, ma perchè ha conseguito effettivamente la maggioranza dei consensi nelle urne al ballottaggio, come accade con l’elezione dei sindaci dei comuni maggiori. 

I fan del Porcellum, privati del loro beniamino, ora ripiegano sul meno peggio, ovvero sul Mattarellum, nonostante tutte le simulazioni svolte dimostrino che non produrrebbe affatto una maggioranza coesa e stabile ma una parlamento ingovernabile. La cartina di tornasole per valutare se alla proclamazione di buone intenzioni bipolariste corrisponderanno fatti coerenti resta, ancora una volta, l’accettazione del doppio turno! Il resto sono solo chiacchiere, tattiche dilatorie, doppi giochi e posizioni ambigue.

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