mercoledì 21 settembre 2016

Dopo il rituale delle mozioni parlamentari continua il tormentone delle proposte di modifica dell'italicum

Con la proposta di neo-Mattarellum della sinistra PD la babele di posizioni sulla revisione della legge elettorale è al completo:
i centristi si accontentano del premio alla coalizione al posto del premio alla lista
SI predilige il modello greco o giù di lì
lega e FI tacciono, se ne disinteressano o non sanno cosa vogliono
i pentastellati infine bramano il ritorno al pentapartito, ovvero al proporzionale prima Repubblica in un revival da brivido, spalleggiati dai verdiniani in un'inedita alleanza.

In questo caos mettere d'accordo tutti su alcune modifiche all'Italicum appare impresa titanica se non impossibile, specie prima che arrivi il pronunciamento della Consulta, che oltre a decidere sulla costituzionalità della legge metterà anche alcuni paletti per eventuali cambiamenti futuri, come è stato con la sentenza di bocciatura del Porcellum del gennaio 2014. Che senso ha elaborare un neo-Italicum quando ancora non si conoscono le motivazioni e pende la sentenza della Consulta? Nessuno, evidentemente.

Insomma siamo al gioco delle parti e dei veti incrociati per demolire una buona legge, appena entrata in vigore, mai applicata e mai verificata sul campo, per sostituirla con un nebuloso ritorno al passato, che sia il neo-Mattarellum o il proporzionale stile prima Repubblica partitocratica, consociativa e spartitoria, che ci ha lasciato in eredità "solo" il 120% e passa di debito sul PIL.

In questo contesto, a di poco confuso e velleitario, è passata la mozione ultra-generica della maggioranza sulle ipotetiche modifiche dell'Italicum: La Camera premesso che, l’11 luglio 2016 è entrata in vigore la legge 6 maggio 2015, n. 52, comunemente conosciuta come Italicum, in materia di elezione della Camera dei Deputati; è attualmente in corso un ampio dibattito politico su possibili e articolate ipotesi di riforma della citata legge; Si impegna ad avviare, nelle sedi competenti, una discussione sulla legge 6 maggio 2015, n. 52, al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte.

Cosa si aspettavano i paladini della rottamazione dell'Italicum? Tutti sapevano perfettamente che non è mai esistito un minimo comune denominatore, sulle eventuali modifiche, nella maggioranza di governo, all'interno del PD, e men che meno nell'opposizione, divisa tra ritorno al maggioritario della prima repubblica, caro ai grillini, e l'assenza di idee del centrodestra. Insomma, il classico inconcludente tutti contro tutti che in passato ha falcidiato regolarmente i tentativi di riforma.

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