Alla fine il duo Lo
Moro-Bruno ha partorito la proposta di riforma elettorale. Un cervellotico sistema elettorale in
cui l'unica cosa chiara è che, se andasse in porto la soluzione perorata dal
Sen. Bruno, si ritornerebbe pari pari alla legge elettorale della prima
repubblica (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=17&id=721353).
Tutti d'accordo sulla soglia minima del 40% per l'attribuzione del premio di
maggioranza/governabilità. Ma che fare nel caso in cui nessun contendente
superasse questa percentuale al primo turno?
Come accade da almeno 6 mesi, si
gira attorno a questo problema, senza affrontarlo in modo razionale. O meglio,
la senatrice del PD propone coerentemente di andare al ballottaggio tra i
primi due schieramenti. Il Pidiellino invece avanza l’ipotesi di un’ambiguo
premietto di minoranza per chi supera il 35% dei consensi, ovviamente
ininfluente ai fini della governabilità, perchè non consentirebbe di
raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Insomma, un
proporzionale con mini correttivo dis-proporzionale - un Porcellimun - come ai tempi del
pentapartito e del CAF, quando la DC aveva la maggioranza relativa ma doveva
adattarsi a governi di coalizione per superare il 50% degli eletti.
Senza il doppio
turno in un assetto politico come l'attuale, con tre coalizioni che
raccolgono dal 25 al 30% dei consensi l'una, non ci sarà mai una maggioranza stabile
e coesa che garantisca la governabilità e la stabilità del sistema. E' una
questione di logica e di puro calcolo aritmetico, che evidentemente sfugge a
molti Senatori: i tre maggiori partiti si dividono l’85% delle preferenze
elettorali e quindi è matematico che nessuno dei tre potrà mai superare la
soglia del 40% al primo turno, a meno di un'improbabile crollo verticale dell'uno o di un successo travolgente dell'altro. Il bello è che la proposta del mini-premio minoritario viene dai paladini di un sistema bipolare, tratto caratteristico di tutte le democrazie occidentali: a parole si dicono favorevoli
al bipolarismo ma nei fatti pensano solo al proprio interesse elettorale e
fanno di tutto per strappare una legge funzionale alla tattica politica
contingente, senza pensare al bene comune e agli interessi generali di lungo
periodo.
Anche nella legislazione elettorale esistono i beni comuni da salvaguardare,
nella fattispecie una legge che restituisca ai cittadini la scelta su chi deve
governare e una chiara maggioranza tra schieramenti alternativi, tramite il
doppio turno. Per ora invece si contrappongono a questa soluzione coloro che
perseguono meri interessi particolari e di partito, vale adire chi tifa per un
sistema proporzionale come cavallo di Troia per le grandi intese a vita. Se
davvero si vuole promuovere il BI-POLARISMO c’è una sola strada, accettare il
BI-TURNO elettorale, il resto è irrazionalità e fumo negli occhi.
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