venerdì 25 ottobre 2013

Dal Porcellum al Porcellinum, ovvero la rinascita del proporzionale

Alla fine il duo Lo Moro-Bruno ha partorito la proposta di riforma elettorale. Un cervellotico sistema elettorale in cui l'unica cosa chiara è che, se andasse in porto la soluzione perorata dal Sen. Bruno, si ritornerebbe pari pari alla legge elettorale della prima repubblica (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=17&id=721353). Tutti d'accordo sulla soglia minima del 40% per l'attribuzione del premio di maggioranza/governabilità. Ma che fare nel caso in cui nessun contendente superasse questa percentuale al primo turno? 

Come accade da almeno 6 mesi, si gira attorno a questo problema, senza affrontarlo in modo razionale. O meglio, la senatrice del PD propone coerentemente di andare al ballottaggio tra i primi due schieramenti. Il Pidiellino invece avanza l’ipotesi di un’ambiguo premietto di minoranza per chi supera il 35% dei consensi, ovviamente ininfluente ai fini della governabilità, perchè non consentirebbe di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Insomma, un proporzionale con mini correttivo dis-proporzionale - un Porcellimun  - come ai tempi del pentapartito e del CAF, quando la DC aveva la maggioranza relativa ma doveva adattarsi a governi di coalizione per superare il 50% degli eletti.

Senza il doppio turno in un assetto politico come l'attuale, con tre coalizioni che raccolgono dal 25 al 30% dei consensi l'una, non ci sarà mai una maggioranza stabile e coesa che garantisca la governabilità e la stabilità del sistema. E' una questione di logica e di puro calcolo aritmetico, che evidentemente sfugge a molti Senatori: i tre maggiori partiti si dividono l’85% delle preferenze elettorali e quindi è matematico che nessuno dei tre potrà mai superare la soglia del 40% al primo turno, a meno di un'improbabile crollo verticale dell'uno o di un successo travolgente dell'altro. Il bello è che la proposta del mini-premio minoritario viene dai paladini di un sistema  bipolare, tratto caratteristico di tutte le democrazie occidentali: a parole si dicono favorevoli al bipolarismo ma nei fatti pensano solo al proprio interesse elettorale e fanno di tutto per strappare una legge funzionale alla tattica politica contingente, senza pensare al bene comune e agli interessi generali di lungo periodo. 

Anche nella legislazione elettorale esistono i beni comuni da salvaguardare, nella fattispecie una legge che restituisca ai cittadini la scelta su chi deve governare e una chiara maggioranza tra schieramenti alternativi, tramite il doppio turno. Per ora invece si contrappongono a questa soluzione coloro che perseguono meri interessi particolari e di partito, vale adire chi tifa per un sistema proporzionale come cavallo di Troia per le grandi intese a vita. Se davvero si vuole promuovere il BI-POLARISMO c’è una sola strada, accettare il BI-TURNO elettorale, il resto è irrazionalità e fumo negli occhi.

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