martedì 27 maggio 2014

Due o tre cose che non vanno dell'Italicum...

Le criticità dell'Italicum sono emerse via via dopo l’approvazione della Camera ed hanno un peso rilevante sull’esito dell'iter parlamentare della riforma:
  • ·         soglie di sbarramento troppo diversificate ed elevate, e quindi palesemente antidemocratiche, specie per i partiti non coalizzati;
  • ·         esclusione dal parlamento delle liste coalizzate che non superano la soglia di sbarramento del 4.5%, anche quando contribuiscono in modo determinante al fare prevalere la coalizione che si aggiudica il premio di maggioranza al I° turno;
  • ·         premio di maggioranza troppo consistente (15%), per effetto di una soglia minima per l’attribuzione troppo bassa (37%), ma contemporaneamente risicato;
  • ·         maggioranza diversificata tra chi vince al primo rispetto al secondo turno, per cui la coalizione che supera il 50% al ballottaggio ha una maggioranza esigua (326 seggi) rispetto a quella che si aggiudica il premio di maggioranza grazie al superamento della soglia del 37% al primo turno (340 seggi).

Questi limiti sono stati messi in risalto dalla sentenza della corte sul Porcellum e rischiano di far cadere la scure della Consulta anche sull'Italicum. Criticità che, guarda caso, aumentano il rischio di mercanteggiamento di voti tra i partiti pur di raggiungere la soglia minima, onde evitare il giudizio di seconda istanza degli elettori, più significativo del voto di preferenza, tipico strumento clientelare, di voto di scambio e di pilotaggio degli eletti. Si aggiunga anche il fatto, segnalato dal professor D’Alimonte, che il premio di maggioranza potrebbe essere così risicato da lasciare l’esecutivo in balia di un pugno di eletti, tentati dal trasformismo politico come nella recente storia politica. 

Una soglia per il premio di maggioranza così bassa porta con se il rischio/necessità per i partiti maggiori di “imbarcare” tutte le forze minori in alleanze allargate e posticce pur di raggiungere il fatidico 37% dei consensi al primo turno ed evitare il ballottaggio. Sarebbe esiziale se a questa jattura si dovesse aggiungere anche il voto di preferenza, con tutte le distorsioni che esso comporta nei piccoli collegi.

E dire invece che l'Italicum potrebbe evolvere da mediocre a buona legge con tre correzioni sostanziali:

1.       l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza ad un livello "ragionevole" (40-45%), ma di fatto irraggiungibile per tutti, che vanificherebbe il potenziale “ricatto” delle piccole formazioni, il cui apporto è invece determinante per superare l’attuale soglia del 37% al primo turno;

2.       lo sfoltimento/abbassamento delle varie soglie di sbarramento minime per l’accesso alla rappresentanza parlamentare nazionale, unificandole per tutti al 3% circa;

3.       l’attribuzione dei seggi del premio di maggioranza in proporzione al numero di voti conseguiti dalle liste coalizzate al primo turno, in modo da non escludere dalla rappresentanza parlamentare partiti con consensi elettorali inferiori alla quota di sbarramento per le coalizioni (attualmente al 4.5%).


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