Continua incessante il lavoro del generatore romano di revisioni della legge elettorale vigente,
il portentoso calcolatore elettronico che sforna a profusione progetti di riforma della riforma.
Dietro risibili motivazioni di facciata (tipo il rischio che governi una forza politica che ha avuto
al primo turno il 25% dei voti, come è accaduto al PD grazie al risultato elettorale del primo
turno alle elezioni del 2013) si cela il primo obiettivo, occulto e quindi inconfessabile, di tutte
le proposte di modifica dell'Italicum: sbarrare la strada con ogni mezzo e costi quel che costi
al M5S, confezionando una legge ad hoc che rappresenti a priori un handicap per i pentastellati
e un vantaggio per i suoi promotori.
Le proposte fino ad ora avanzate, in forma di propositi generici o di veri progetti di legge
depositati in parlamento, sono 4 e si caratterizzano per il fatto di raggiungere l'obiettivo
di cui sopra in modo più o meno esplicito o indiretto. Lo strumento che consente più
agevolmente di raggiungere l'obiettivo è l'eliminazione del ballottaggio, a cui si dedicano
la prima categoria di revisioni dell'Italicum, mentre le altre due adottano soluzioni intermedie
e in forma di restyling della legge vigente. Vediamole schematicamente
1.Al primo gruppo appartengono le proposte di legge che tagliano la testa al toro ed eliminano
senza troppi complimenti l'ipotesi stessa di un confronto diretto tra PD e M5S al ballottaggio.
Non ci vuole un grande sforzo per immaginare che eliminando il ballottaggio si risolve alla radice
il problema, anche a costo di produrre un risultato elettorale all'insegna dell'ingovernabilità e
dell'incertezza politica. Il caso della Spagna è emblematico e costituisce un formidabile precedente,
tanto da essere preso ad esempio dalle riforme della riforma prodotte nelle ultime settimane
dal portentoso generatore. La vicenda Spagnola è un modello di sistema tripolare paralizzato
in cui però la principale forza anti sistema, ovvero Podemos, è stata messo in condizioni di non
nuocere grazie al suo isolamento proporzionale. Sia il Mattarelum 2.0 dei bersaniani - con il
revival dei collegi uninominali più il premio di (in)governabilità - che l'Italikos proposto dai giovani
turchi - eliminazione del ballottaggio dall'Italicum più un analogo premietto di minoranza al
primo classificato di 90 seggi – raggiungono il medesimo obiettivo di evitare il confronto diretto
con i pentastellati al secondo turno.
2-L'ultimo parto del generatore romano ha come padre putativo il sen. Chiti, che ha escogitato
un espediente originale per impedire il ballottaggio M5S contro PD: l'idea è di introdurre un inedito
secondo turno a tre che danneggerebbe in partenza ed elettivamente i pentastellati in quanto
indisponibili a qualsiasi alleanze; al contrario sarebbero avvantaggiati gli altri due poli disponibili
a trovare alleati tra primo turno e ballottaggio. L'esito del ballottaggio sarebbe la fotocopia del
primo turno, ma con possibili piccole variazioni percentuali in più, che potrebbero decretare la
vittoria del PD (alleanza con SI e in alternativa con i centristi) oppure del centrodestra unito ed
alleato con i centristi, in veste di novello figliol prodigo di ritorno alla casa madre.
3- Alla terza categoria appartengono le proposte soft di restyling dell'Italicum, cioè il premio di
maggioranza alla coalizione invece che alla lista, oppure la possibilità di apparentamento tra primo
e secondo turno, come accade nell'elezione diretta del sindaco nei comuni con popolazione superiore
a 15000 abitanti. La prima ipotesi è certamente preferibile per la chiarezza della proposta politica-
programmatica, mentre la seconda si presterebbe al gioco del ricatto o del mercateggiamento dei
posti di potere da parte delle piccole forze politiche, à la Ghino di Tacco o secondo la teoria dei
due forni. Con l'apparentamento al II° turno le forze minori avrebbero l'occasione per lucrare sulla
gestione dell'incertezza del loro appoggio e del loro potere di decretare la vittoria dell'una o dell'altra parte.
Insomma il M5S è l'ossessione elettorale di alcune correnti del PD, alla ricerca spasmodica della
formula magica, dopo il ribaltone al ballottaggio a Torino confermato dai successivi sondaggi elettorali,
per una legge ad hoc che penalizzi il più possibile i grillini; non importa se questo obiettivo si potrebbe
rivelare un'operazione ad alto rischio. I pentastellati avranno buon gioco ad accusare il sistema dei
partiti di opportunismo e slealtà per la manipolazione delle regole del gioco mentre si sta giocando.
Questo risvolto propagandistico autolesionista interessa poco agli strateghi elettorali che fanno
grande affidamento sull'efficacia del generatore di leggi elettorali. Ma gli italiani non sono dei polli e
sanno riconoscere chi è propenso a barare invece che giocare lealmente.
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